Nella Sardegna premoderna, quando ancora era possibile udire i suoni e gli odori prima di vedere le cose, il carattere del paese era rivelato proprio dai suoni.
Il battito dei martelli sui caldai di rame e sulle incudini si diffondeva ovunque, mentre da ogni cortile e da ogni vicolo si udivano battere le casse dei telai, in questo che era il centro di tutta la produzione di manufatti in rame sardi: dagli attrezzi usati dai pastori per trasformare il latte in formaggio, alle luminose batterie da cucina in bella mostra nelle cucine padronali come in quelle contadine.

Isili è stata la casa di decine di laboratori artigiani del rame, con tre quattro o addirittura dieci dodici lavoranti; centinaia di donne, nelle loro case, hanno nei secoli creato manufatti di uso quotidiano, conosciuti e accolti ovunque. Il ticchettio ritmico degli intagliatori isilesi ha dato vita a caratteristiche casse e mobili, tra i più belli e ricercati dell’isola.

Questo patrimonio di conoscenza sopravvive nel lavoro di pochi artigiani, che creano oggetti di qualità eccellente. Il piccolo ma bellissimo museo Marate ne conserva la memoria proponendo idee per il futuro, attraverso il lavoro di nuovi Maestri.