Tactical Urbanism 5 . Italia
 

Tactical Urbanism 5 . Italia

giugno 2017
 

squares

neo~local design

 

Quali sinergie sono possibili tra processi di promozione della qualità e accessibilità cittadina e l’Urbanismo Tattico: approccio alla rigenerazione urbana basato su azioni e trasformazioni a breve termine e basso costo.

 
 

Tactical Urbanism 5. Italy, quinta di una serie di guide a carattere divulgativo pubblicate dallo studio internazionale The Street Plans Collaborative (New York, Miami e San Francisco) fondato nel 2009 dall’urban planner Mike Lydon dall’architetto Antony Garcia, raccoglie esperienze tattiche realizzate in Italia nel corso degli ultimi anni da inedite reti di cittadini attivi e advocacy planner (urbanisti, architetti, designer, artisti, studenti…). Al centro di tutte queste esperienze è l’approccio caratteristico del Tactical Urbanism, introdotto proprio da Lydon e Garcia, basato su occasioni di sperimentazione e innovazione che sorgono dai luoghi, a partire dalla forza trasformatrice delle rivendicazioni spaziali, esplicite o latenti, degli abitanti stessi.
Alcune delle esperienze raccolte nel volume descrivono la trasformazione, attraverso cantieri di auto-costruzione, di spazi residuali in micro spazi pubblici di prossimità. PARCOBALENO, ideato e realizzato dal collettivo VIVIAMOLAq nato a L’Aquila dopo il terremoto del 2009 per coinvolgere gli abitanti in percorsi di progettazione interattiva, si sviluppa in un’area residuale antistante uno dei MAP – i Moduli Abitativi Provvisori realizzati per far fronte all’emergenza abitativa post-terremoto – ri-definita e caratterizzata tramite un “nastro giocabile” realizzato con gli scarti dei cantieri edili attivati per la ricostruzione della città.

Altre esperienze si pongono intenzionalmente in modo antagonista, di dissenso esplicito nei confronti delle scelte operate dalle amministrazioni locali. L’obiettivo è principalmente rivendicare l’uso collettivo di spazi o edifici inutilizzati, come il caso dell’EX ASILO FILANGIERI, un ex convento del ’500 situato nel centro storico della città di Napoli diventato, in seguito ad una occupazione, un centro di produzione culturale. La comunità di riferimento che lo abita si autogoverna grazie allo strumento della “Dichiarazione d’uso civico e collettivo urbano”, approvata da una delibera del Comune di Napoli nel mese di dicembre 2015, a soli tre anni di distanza dalla prima occupazione.

L’ultima sezione della guida è dedicata al racconto di alcune tra le più significative esperienze di micro-trasformazione tattica ideate e realizzate da Tamalacà – start-up innovativa e spin-off sostenuta dall’Università di Sassari – che del volume ha curato la stesura. Tra queste, IL GIARDINO CHE NON C’È, un intervento di ri-colorazione e riallestimento di un angolo dimenticato del cortile di una scuola primaria della città di Sassari, realizzato attraverso il coinvolgimento diretto delle bambine e dei bambini della scuola e degli abitanti della vicina struttura residenziale comunale per anziani “Casa Serena”.

 

Valentina Talu

Ricercatrice, co-fondatrice Tamalacà

 

Valentina Talu, urbanista, socia-fondatrice di Tamalacà. Si occupa di progettazione partecipata, politiche di rigenerazione urbana e progetti per l’accessibilità alle diverse scale.
È assegnista di ricerca in Tecnica e Pianificazione Urbanistica presso il DADU.

 
Talu